Architettura e qualità della vita

“Conoscere Cipro contemporanea attraverso un autore e la sua architettura”

a cura della Redazione di LIB21

La qualità delle nostre vite considerata attraverso lo sguardo creativo di un architetto e il senso e il valore dell’organizzazione degli spazi, pubblici o privati che siano, sono due degli aspetti che verranno trattati martedì prossimo 19 febbraio ore 18.30 durante l’incontro, aperto a tutti, che si terrà presso la Libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni a Roma in occasione della presentazione del libro, scritto da Emma Tagliacollo sull’esperienza e la vita professionale dell’architetto cipriota contemporaneo, Kostantinos Maratheftis.

Emma Tagliacollo ha già realizzato un paio di anni fa un volume sull’architettura cipriota intitolato “Cipro Italia A/R“, presentando, in una carrellata suggestiva, gli architetti ciprioti che si sono formati nelle scuole italiane di architettura. Ora con la pubblicazione di questo nuovo volume dal titolo “Acts of architecture” edito da Officina Edizioni, la Tagliacollo conferma la sua consolidata competenza  sull’architettura di un Paese che per la sua fisionomia, la sua collocazione geografica e la sua  dimensione storico-culturale e politica appare decisamente complesso al confine tra Europa ed Asia.
Interessanti gli spunti e le prime riflessioni che suscitano certe affermazioni di Maratheftis,  che analizza i suoi trent’anni di carriera nell’intervista da lui rilasciata e riportata dall’autrice nel volume. Innanzitutto, emerge la costante del futuro, inteso come ricerca del nuovo, ma senza esasperazioni, cioè senza dover perseguire “l’innovazione a tutti i costi” e, comunque, mai “a discapito della funzionalità”.
Il suo obiettivo, in fondo, è quello di disegnare “edifici, che siano sempre pratici, semplici e economici”, cercando cioè di soddisfare  “funzioni, estetica ed economicità”.  Oggi sempre più assistiamo a uno stravolgimento del mestiere dell’architetto, molto più simile a quello dello stilista, che mira all’apparenza e alla moda, piuttosto che a migliorare la qualità della vita delle persone.

Le opere presentate in “Acts of architecture” sono principalmente opere pubbliche che vivono nella città e per la città, s’inquadrano, si inseriscono nello spazio urbano, mostrando una loro modernità, ma senza tradire l’architettura, perchè sono luoghi e spazi abitabili, realizzabili, possibili, concreti.
In fondo disegnare un progetto dovrebbe significare anche comprendere il luogo in cui quell’edificio si collocherà, considerare il suo impatto sulla società e sull’uso a cui sarà destinato l’edificio, e soprattutto conoscerne la storia. Un aspetto essenziale “per costruire qualcosa di nuovo” altrimenti “quello che si va a disegnare è “un risultato di pura fantasia e spesso non ha basi su cui fondarsi.” Quindi si tratta di conoscere il passato di un luogo ma anche di mostrare la capacità di cogliere gli elementi che caratterizzano l’ambiente…nel caso di Cipro il colore e la luce.
Ne derivano interessanti “atti di architettura” in cui si ravvisa lo sforzo del professionista di dare forme al rapporto tra innovazione e conoscenza, di creare accoglienti luoghi di incontro mantenendo un assoluto rispetto per l’ambiente naturale e archeologico con una particolare attenzione ai cambiamenti sociali ed economici, che determinano nuove condizioni alle quali la mano e la creatività dell’architetto devono riuscire a dare adeguata espressione.