E se i veri clown d’Europa fossero i nostri leader politici?

L’Europa stanca di questo capitalismo

di Jakob Augstein –
Jakob Augstein, columnist progressista, su Der Spiegel ribalta le offese di Steinbrück e attacca la leadership tedesca: dell’Europa non abbiamo ancora capito nulla.

Un voto svizzero contro l’avidità e un voto di protesta in Italia: l’Europa è stanca di questo capitalismo. Solo i tedeschi non l’hanno ancora capito. Steinbrück sicuramente no.

In Svizzera i cittadini hanno votato contro l’arricchimento illimitato dei manager. In Italia un governo di tecnocrati è stato bocciato dagli elettori. C’è un populismo della ragione che si chiama democrazia. La gente è stanca del capitalismo che distrugge la società. L’indignazione è cresciuta, e monta la rabbia. Prima di tutto contro i tedeschi. Ma questi continauno a preoccuparsi solo dei loro soldi e offendono.

La storia del clown ci mostra: ancora una volta il candidato cancelliere della SPD non capisce che cosa sta succedendo in Europa. La Germania è diventata un problema europeo – e Peer Steinbruck non è la soluzione.

Fortunata la Svizzera! A volte bisogna invidiare il paese e la sua democrazia. In un referendum popolare gli svizzeri lo scorso fine settimana hanno fermato la follia crescente dei bonus, delle buone uscite e degli stipendi: in futuro saranno gli azionisti a decidere, e non piu’ i manager. Saranno vietat iI bonus all’ingresso e le buonauscite milionarie. Hanno avuto il coraggio di fare qualcosa, gli svizzeri.

L’austerità di Merkel è un inferno

Lo mostrano anche le reazioni alle elezioni italiane. Le “condizioni non sono chiare”, è stata la prima risposta dei mercati. Sono i veri sovrani e si comportano come tali. Moody’s ha minacciato un declassamento del merito di credito. E anche il mercato obbligazionario ha reagito: “l’Italia in cambio del caos elettorale ha ricevuto una fattura con interessi piu’ alti da pagare”, ha riferito la Deutsche Presseagentur. Perché per molti giornalisti è normale che siano “i mercati” a rilasciare una ricevuta alla politica.

Una domanda: perché allora non sono i mercati finanziari a eleggere direttamente i governi? In verità succede già da molto tempo. Il professore di economia Mario Monti in Italia e il banchiere centrale Loukas Papademos in Grecia erano tecnocrati insediati dai mercati – e da Angela Merkel.

La cancelliera tedesca ha incatenato alla sua disastrosa ideologia del risparmio l’intero continente. “Austerità”, suona bene e sembra ragionevole. Ma in verità è l’inferno. Le misure di austerità fanno crollare l’economia. In questo modo si aumenta il peso del debito. E non si crea fiducia. Il denaro pero’ è una questione di fiducia. Il saggio Wolfgang Münchau qualche giorno fa sempre su Der Spiegel ha scritto: “viene chiamata anche trappola del debito. Non se ne esce senza l’aiuto esterno. E piu’ ci si dimena, piu’ si scivola in profondità”.

Non è solo il “nostro Euro”

Gli europei sono sempre piu’ stanchi di Merkel e dei mercati. “Il sogno tedesco è l’incubo europeo”, ha scritto il quotidano “Le Monde”. Appena 25 anni dopo aver riconquistato la piena sovranità, la Germania in Europa si ritrova sulla via dell’isolamento politico.

Questa è l’eredità politica di questa cancelliera. Merkel non ha capito che l’Europa è un progetto politico. Non un progetto contabile. Non ha saputo spiegare ai tedeschi che cosa l’integrazione significhi: non solo gli altri dovranno integrarsi. Anche noi. “Schock dopo le elezioni italiane. Distruggeranno il nostro Euro?”, scriveva l’edizione online della Bild-Zeitung. E qui c’è proprio un malinteso. Non è solo il “nostro” Euro.

Probabilmente il quotidiano popolare riesce a intercettare lo stato d’animo dei cittadini. E’ come se i tedeschi non capissero che cosa c’è attualmente in gioco. Assistono all’indebolimento morale del loro sistema sociale con una strana indifferenza. Il movimento Occupy, che due anni fa ha avuto un forte successo, si è spento rapidamente, e nessuno sente la loro mancanza. La tassa sulle transazioni finanziarie, di forte importanza simbolica, viene frenata dal piccolo partito della FDP.

Ma anche lo sfidante di Merkel, Peer Steinbrück, non è certo colui che spiegherà ai tedeschi l’importanza dell’Europa. Non riesce nemmeno a comprendere che cosa sta succedendo intorno a lui. Steinbrück ha offeso il vincitore delle elezioni Grillo chiamandolo “Clown”, ma non ha nessuna idea delle condizioni italiane.

Dove dominano la corruzione, la criminalità e la cleptocrazia il clown probabilmente è la sola alternativa ragionevole. Ma Grillo non è un clown. E’ un moralista. Nella politica italiana non si è abituati – e nemmeno in quella tedesca. Le sue richieste – limite al numero di mandati, riduzione dei parlamentari, legge contro il conflitto di interesse dei politici – sono tutt’altro che clownesche. E i “grillini” che stanno per entrare in Parlamento, non sono tecnocrati o lobbysti, piuttosto eletti nel senso migliore del termine.

Se Steinbrück fosse un socialdemocratico, avrebbe almeno un po’ di simpatia per questi uomini e donne e augurerebbe loro un po’ di fortuna per il difficile cammino che li attende.

Il sociologo Oskar Negt ha scritto: “Il presente soffre di una cronica malnutrizione dell’immaginazione produttiva”. Per la Germania è una frase perfetta. Ma per fortuna non per tutta l’Europa.

Tratto da Voci dalla Germania