Ciao Lapo

Il ricordo affettuoso di una persona amica.

Mi resta doloroso, triste, enormemente difficile credere ed accettare che Lapo ci abbia lasciati. E’ sempre difficile accettare che venga meno un punto di riferimento. Era un signore distinto, all’apparenza anche altero. Invece, a ben conoscerlo, rivelava un profondo senso di umanità. Si poteva essere d’accordo o no con la sua visione sociale e politica, ed era un piacere discuterne con lui. Per me, un aspetto di indiscutibile, immenso fascino era il suo senso della comunità sociale, la sua avversione per l’atomizzazione. Amavo il profondo senso civico di Lapo.

A volte ermetico, sempre riservato, riusciva, come pochi, a coniugare incisività e pacatezza nelle sue analisi, sdegno e costruttività, quasi come eco di quell’equilibrio raro tra passione e distacco emotivo che aveva trovato nell’uso dell’intelletto. Da vero giovane, quale è sempre, sempre stato, non ha mai lasciato che il disincanto diventasse rassegnazione o demotivazione, tali da inibire l’iniziativa e l’azione.

Aveva un’incredibile forza progettuale. Ho incontrato Lapo e avuto modo di frequentarlo, non quanto avrei voluto, soprattutto nell’ultimo decennio della sua vita, e mi piacerebbe avere tanti amici giovani, con tanti progetti, con una vita attiva come la sua, con quell’inossidabile voglia di riflettere ancora sui problemi sociali, economici, per provare a non considerarli solo ostacoli, ma sfide da accettare, analizzare, studiare, superare, combattere. Insieme. Senza mai dimenticare o mettere da parte i lati belli della vita.

Si potevano condividere o meno le sue idee, ma erano vietati con lui, partiti presi e posizioni non argomentate. Il dibattito era sempre ben accetto, pur a conclusioni divergenti, alle quali, a volte, giungevamo. L’uso dell’intelletto, la riflessione, l’approfondimento erano d’obbligo e al contempo spontanei.

Mi lascia, come a tutti gli amici, un vuoto incolmabile, superabile solo con quell’incitamento al lavoro, all’iniziativa, alla costruzione che lui per me rappresenterà sempre. Riguardo al dolore e allo sgomento per la sua assenza, credo che solo il tempo potrà soccorrere e placare.

Voglio ricordarlo con le frasi più belle e più dure che mi ha lasciato:
“Guai a chi non ha imparato a stare da solo”;
“Nella vita ci mettiamo e togliamo i guantoni. E ci sono le pause fuori dal ring”.
“Osare sempre”.
Una ha una rilevanza sociale più immediata:
“Perché, in una situazione sociale che in tanti si compiacciono di descrivere come divisa tra un 99% di persone arrabbiate perché deprivate e un 1% che continua ad accumulare ricchezza, il 99% non riesce a venire a capo dell’1%?”
Le condivido volentieri con la comunita’ di LIB 21.

Ciao Lapo. Una persona distinta come te non può che stare in un posto bello. Ovunque tu sia, continua, da lì, a darci mille spunti e tanta forza per essere migliori.
Katia