Cosa produrre

Per una nuova cultura del progetto

Quanto costa promuovere il consumo di acqua minerale.
Facendo 100 il prezzo di un litro d’acqua minerale,il costo della pubblicitá è tra il 50 e il 60 e quello dell’acqua concreta che berrai è nell’ordine del 0,5%. (Marco Geronimmi, Stoll “smarketing”, Ed. Altromercato). Gli altri costi sono l’imbottigliamento, il design e la produzione della bottiglia in plastica, il suo trasposto in giro per il mondo, i diritti di sfruttamento della sorgente, del resto bassissimi, pagati al comune che ha dato la concessione dello sfruttamento della sorgente naturale. Il 50 e 60% è quindi il prezzo che il consumatore paga per farsi convincere a preferirla rispetto alla potabile acqua del rubinetto. L’economista Giorgio Lunghini ci ricorda che “la produzione di una merce si arresta non quando i bisogni sono soddisfatti, ma quando la realizzazione del profitto impone questo arresto”. Anche grazie a quel 50/60% del prezzo della bottiglia di acqua minerale che siamo disposti a pagare sembra che i profitti che l’acqua minerale garantisce non permettano di sperare che si decida, ma il grande problema è chi decide, di ritornare all’acqua di rubinetto.

Le fontane di Capannori
Nel nostro precedente articolo su Lib21 “Design e acqua” (3 ottobre 2011) avevamo raccontato che il comune di Capannori (Lucca), fin dal 2010, aveva attivato piú di 15 fontane di acqua di sorgente, gratuita e anche frizzante, distribuite in tutto il territorio comunale e la cui potabilità veniva e viene tutt’oggi continuamente controllata e garantita dal comune. Il cittadino elimina la spesa dell’acqua minerale, ma anche molte bottiglie di plastica su tutto il territorio comunale e il relativo costo per tutta la comunitá del loro smaltimento. Il comune di Capannori è impegnato nel programma Rifiuti zero 2020 promosso dall’EU (Corriere della sera 23 Giugno 2013) e ci dimostra che lo sfruttamento di ottima acqua di sorgente puó realizzarsi senza imbottigliare l’acqua grazie alla “raccolta” dei cittadini. Il bisogno di acqua fresca anche gassata è soddisfatto al bassissimo costo del servizio di manutenzione delle fontane. Altre fontane sono sorte in molti paesi e citta non solo toscane, ma i profitti non sono crollati e le bottiglie di plastica continuano a impestare il mondo intero.

Arte e rifiuti.
L’artista Maria Cristina Finucci ha realizzato per la 55ª Biennale d’Arte di Venezia una istallazione nel cortile della Ca` Foscari che ricostruisce il fascino tragico delle molte isole galleggianti di rifiuti plastici che vagano, trasportate dalle correnti, in tutti i mari. La più nota è la isola del nord del Pacifico piu grande dell’intera India(“La Repubblica 28.04.2013). È un.isola dove stare a prendere il sole? È questo il benessere che la bottiglia di plastica di acqua minerale ci offre? Si dirá che si ricicla la bottiglia di plastica e che non è certo l’unica responsabile delle nuove isole galleggianti nei mari, ma dobbiamo tenere presente che su 250 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno nel mondo meno del 5% viene riciclato.(bliz quotidiano). Il riciclo può diventare un alibi molto facile e anche ipocrita a questo continuo incremento di produzione. Piace molto ai progettisti e anche agli imprenditori che hanno trovato la formula per salvarsi l’anima: continuiamo a crescere le nostre produzioni, quel che non serve “comunque si ricicla”. Certo meglio di niente è riciclare, ma l’unica vera soluzione credibile è smetterla di produrre merci inutili il cui bisogno è stato costruito con una artificiosa, costosa induzione al consumo perché anche se generano profitto comportano un costo di inquinamento e degrado ambientale drammatico che l’arte ci mostra e la cultura del progetto e dell’impresa della società dei consumi non vuol vedere.

I biopolimeri.
Il 22 febbraio 2013 la societá Flos,produttrice dal 1991 di un prodotto di grandissimo successo la lampada “Miss Sissi” disegnata da Philipe Starck fin’ora realizzata in policarbonato ,plastica che in acqua marina impiega circa 400 anni per decomporsi, ha proposto al mercato in una co-produzione con la bio-on, la commercializzazione della stessa lampada realizzata in un biopolimero ,ricavato dagli scarti della barbabietola da zucchero,che ha il grande pregio di decomporsi in 10 giorni. Non sappiamo quante lampade Sissi in policarbonato galleggiano e galleggeranno ancora per circa 400 anni nelle isole di plastica dei vari mari e fiumi del mondo, ma una volta affidato, si fa per dire, all’Unesco lo sgradito ma salutare compito di raccogliere e triturare e riciclare tutta la plastica galleggiante nei mari e nei fiumi del mondo, resta il fondamentale problema di bandire dalla costruzione delle merci le plastiche che richiedono 400 anni per decomporsi. Berti,´Musaró, Codeluppi su Lib 21 e molti altri ricercatori e progettisti della merce, G.P.Fabris in “ Societing” prima degli altri, affidano ad un consumatore consapevole e responsabile una presa di posizione etica sul cosa consumare e quindi chiedere che venga prodotto. Cominciamo dai progettisti, chiediamo ai designer, sempre usati, piaccia o non piaccia, per dare consenso alla merce, di rifiutarsi di dare bellezza e promuovere cosi consenso a merci inutili, inutilmente inquinanti e assurdo spreco di una risorsa scarsa e, almeno in Italia, riconosciuta bene comune come l’acqua e quindi non mercificabile. Iacopo Della Quercia, artista innovatore, scultore ammirato e copiato da Michelangiolo, realizzó nel 1346 Fonte Gaia, uno dei capolavori dell’arredo urbano di tutti i tempi. Costruita nella parte alta di Piazza del Campo a Siena, non é un monumento ma un servizio ad uso collettivo magnificato dall’arte. Smettiamo di disegnare bottiglie di plastica e disegnamo fontane ad uso collettivo.