La Costituzione in TV

Che spettacolo la Costituzione!

di Angelo Ariemma –

C’è anche un po’ di retorica nella Costituzione che Benigni presenta e commenta in televisione, certo. Ma è una retorica buona, che vuol essere un antidoto al vuoto colpevole che, salvo poche eccezioni, le televisioni, pubbliche e private, hanno seminato per vent’anni. Hanno sommerso la consapevolezza e la cultura delle persone sotto un diluvio di immagini false e volgari, dove la vita di tutti appare banalizzata, impoverita, ridotta a un gioco a premi.

Benigni ha dimostrato ancora una volta la potenza della televisione. Se vediamo un professionista, un poeta, nel senso che mostra nelle parole interi universi, riusciamo a vedere e apprezzare cose che altrimenti non coglieremmo. Guardate l’assurdità di questi anni vissuti come fossimo nel Medioevo. Guardate la forza che ha saputo evocare da un testo, che dovrebbe avere l’aridità di un testo giuridico, e che invece è diventato poesia, emozione, commozione, nel suo inquadramento storico e nella sua proiezione nel futuro. Guardate il richiamo alla politica alta, vera, che spazza via tutti i populismi che ci attanagliano, senza farci vedere che solo la consapevolezza di essere un popolo, in mezzo agli altri popoli, potrà darci un futuro. Guardate l’analisi dell’Unione europea, che ha spazzato via tutte le polemiche sull’assegnazione del premio Nobel, inquadrando quell’esperienza come l’unica che ha saputo unire popoli, da sempre in guerra, in un organismo unitario, senza ricorrere alla guerra di predominio. Anche Napoleone, anche Hitler, volevamo una sola Europa, ma sotto il loro tallone. Da 60 anni viviamo in pace tra noi, viaggiamo liberamente in Europa, comunichiamo in rete con gli altri cittadini europei, e tutto è diventato così “naturale”, che non ce ne rendiamo conto, e siamo pronti a notare solamente quello che non va, le crisi, le magagne ancora da superare. Come quando, abituati che i treni devono essere in orario, notiamo quello che porta ritardo; o ci angosciamo, giustamente, per l’aereo che ha un incidente, senza pensare che in quello stesso giorno centinaia di aerei hanno regolarmente viaggiato.

Infine vogliamo dire che guardare alle crisi e alle magagne, ci deve spingere a lavorare per andare avanti, non per tornare indietro. E questo si può fare con l’impegno di tutti nel proprio campo, nel proprio ambito. Penso al valore della competenza e della professionalità, che si chiede anche ai raccattapalle del Foro Italico, che deve essere istruito, sapersi comportare in campo, essere attento e concentrato, tanto che dopo un certo numero di game, vengono ricambiati. Invece per anni siamo stati bombardati dal pressapochismo, dall’arrangiarsi, per cui ci si è illusi che chiunque potesse diventare ricco e famoso, basta azzeccare la scatola giusta, o mostrarsi tutto il giorno a scaccolarsi in una casa finta; in questo il film Reality e il docufilm Videocracy sono assolutamente chiari.

Benigni ci insegna il ritorno alla professionalità, anche dei politici, ai valori del lavoro e della solidarietà, al senso di responsabilità che ognuno deve avere verso sé, verso gli altri, anche quando “diversi”, verso le future generazioni.

Queste stesse cose già ce l’aveva insegnate la nostra Costituzione, ma le abbiamo dimenticate, trascurate, annegati nel sogno chimerico della faciloneria, e che l’impegno, la fatica, la conoscenza, a nulla valessero.
Sidney Sonnino proclamava “torniamo allo Statuto”; noi oggi dobbiamo dire a voce alta “torniamo alla Costituzione”, ai suoi valori, alle sue indicazioni propositive, non ultimo a quell’articolo 11, che dichiara la cessione della propria sovranità nazionale a favore di organismi più atti a conservare la pace e lo sviluppo fra i popoli, e mi riferisco in primis a una federazione dell’Europa unita e democratica, oggi divenuto un obiettivo improrogabile per tutti gli uomini di buona volontà.