Tasse ai ricchi in California

Aumentare le tasse si può, se il motivo è buono

di Sergio Di Cori Modigliani

In California è stato presentato un referendum che alla vigilia era considerato folle. Impossibile che potesse vincere. Era dato perdente da tutti, definito da Mitt Romney “un paradosso, un vero obbrobrio perché va contro la natura stessa degli umani”. La “Proposition 30” chiamava i cittadini californiani a scegliere tra due opzioni: a) aumentare del 14,7% le tasse per chi guadagna da 500 mila a 1 milione di dollari all’anno e del 28,5% per tutti coloro che guadagnano da 1 milione di dollari in su, oppure b) non aumentare le tasse.

Si chiama PROPOSITION 30.

In Usa (è una repubblica federale composta da 50 singoli stati aggregati) alle elezioni presidenziali si presentano sempre referendum popolari che sono diversissimi a seconda dello stato. Ciascuno ha le proprie esigenze, tradizioni, bisogni.
In California è stato presentato un referendum che alla vigilia era considerato folle. Impossibile che potesse vincere. Era dato perdente da tutti, definito da Mitt Romney “un paradosso, un vero obbrobrio perché va contro la natura stessa degli umani”. La “pro position 30” chiamava i cittadini californiani a scegliere tra due opzioni: a) aumentare del 14,7% le tasse per chi guadagna da 500 mila a 1 milione di dollari all’anno e del 28,5% per tutti coloro che guadagnano da 1 milione di dollari in su, oppure b) non aumentare le tasse.
Scelta semplice ed elementare.
Con un’aggiunta: il referendum era specifico; si spiegava infatti che quei soldi servivano per l’istruzione pubblica e la ricerca scientifica.
Poiché in California c’è il più vasto numero di famiglie ricche del mondo occidentale (e sono quelli che votano), gli ultimi sondaggi prima del voto davano vincente il No alle tasse per un 68%. I votanti erano quasi dieci milioni.

Il risultato del voto è stato il seguente:
Votes – Percentage

YES: 4,967,039 – 53,9%
NO: 4,251,558 – 46,1%
Ha vinto il sì.

Tre giorni dopo sono arrivati i primi dati statistici sulla composizione sociale dei votanti, dalle circoscrizioni di Malibu, Beverly Hills, Topanga Canyon, Laguna Beach, le zone dove è più alta la concentrazione di super ricchi e dove la percentuale dei votanti è da sempre la più alta. Ebbene, in quelle aree il 73% dei votanti ha detto SI’ all’aumento delle tasse.
I super ricchi, nello Stato della California, hanno consapevolmente scelto di auto-tassarsi per consentire la salvaguardia e diffusione dell’istruzione pubblica. Le 2500 televisioni locali californiane sono andati a stanare divi, ricconi, nelle loro case, e li hanno intervistati il giorno dopo. Ed è avvenuto un incredibile mutamento nella percezione collettiva dell’esistenza. I californiani hanno visto Goldie Hawn e Kurt Russell nella loro splendida tenuta a Sacramento dichiarare accanto ai loro due stallieri “loro si occupano dei nostri cavalli e dei nostri cani da sempre con amore; per noi era inaccettabile l’idea che i loro figli non potessero andare all’università” e così Julia Roberts che ha fatto lo stesso facendosi intervistare con le sue parrucchiere e George Clooney e Brad Pitt e Steve Soderbergh (quelli di Ocean Eleven) ripresi seduti a un tavolo mentre giocano a poker e il giardiniere e la cameriera servono i cocktails e loro spiegano come sia insostenibile l’idea di vivere da ricchi in un mondo disagiato e come sia “umanamente inaccettabile” il principio per cui i figli di chi ti serve e lavora per te è condannato all’ignoranza per Legge.

Ieri, alle ore 17 Jerry Brown, governatore dello Stato della California, ha annunciato le nuove disposizioni in conferenza stampa.
Ha detto: “Oggi alle ore 15 abbiamo ricevuto dalla Corte Suprema d’Alta Giustizia Elettorale la ratifica del voto. In seguito all’esito, alle ore 16 ho trasformato in legge esecutiva dello stato della California il mandato ricevuto dagli elettori, che diventa operativo a partire da lunedì 19 novembre. Questo ci consente di incassare entro 20 giorni la cifra di 9 miliardi di dollari che verranno impiegati come da statuto nel seguente modo: 4 miliardi di dollari destinati alla costruzione e mantenimento di asili nido, scuole medie inferiori e sussidi per andare all’università per i più meritevoli californiani che non se lo possono permettere; 3 miliardi di dollari verranno investiti nella realizzazione di 156 centri di ricerca scientifica avanzata nella Silicon Valley nel campo dell’alta tecnologia, industria innovativa, energie rinnovabili, e l’accesso verrà garantito ai più meritevoli provenienti dai ceti più disagiati sulla base del loro curriculum vitae; infine i restanti 2 miliardi servono per un piano di investimento in infrastrutture che mettano in collegamento le zone più retrive e abbandonate dello stato con i luoghi dove si studia e ci si applica per diffondere l’istruzione e il sapere presso chiunque ritenga di volerne avere accesso. Da oggi, siamo tutti più umani e possiamo dire di entrare a pieno diritto davvero nel nuovo millennio. Perchè l’istruzione e il sapere appartengono alla collettività e non a pochi privilegiati”.
Questa è la elementare scoperta esistenziale dei californiani, che diventa un atto propulsivo rivoluzionario: l’abbattimento della grettezza individuale e dell’egoismo bulimico, e l’accettazione dello splendido principio di vita in base al quale “non posso essere felice se vivo in una comunità di diseguali dove altri sono infelici”.
Perché questa è la base della civiltà del mondo futuro.
Si comincia da qui.
Si comincia così.
Questa è la strada che porta verso il futuro evolutivo dell’Essere Umano.
Tutto il resto sono chiacchiere per spingere verso il passato.
A me piace guardare verso il futuro.
Spero piaccia anche a voi.

Fra gli sponsor attivi della Proposition 30 nessuna azienda, nessuna banca, nessun colosso finanziario, nessuna industria. Tutte associazioni locali territoriali, gran parte della stampa locale, e tutte –ma proprio tutte- le organizzazioni di genitori e professori di università pubbliche compresi pensionati da lungo tempo, le forze dell’ordine, gli ecologisti e i Chips (forse i più anziani ricorderanno una vecchia serie di telefilm sulla polizia stradale californiana, quelli vestiti di cuoio nero con i rayban a masticare chewing gum alla guida di gigantesche Harley Davidson). Loro, martedì scorso sono andati nei più lontani luoghi desertici a prendere la gente che di solito non votava e li hanno portati in motocicletta a votare, evento che ha commosso la cittadinanza californiana. Nei negozi di lusso a Beverly Hills, molti negozianti hanno esposto un cartello sul quale c’era scritto “io ho votato sì perché voglio che il figlio dotato della mia commessa vada gratis all’università”.
Per me, questa è la rivoluzione.
O quantomeno è la rivoluzione che piace a me, quella del cambio di passo della consapevolezza collettiva, quella che attinge all’intelligenza del cuore, che apre la strada verso quel concetto squisitamente californiano che dice sharing is everything, la condivisione è tutto.
Una bella lezione da apprendere.
E se è possibile, da fare nostra.

Tratto da Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria