Si costruiscono in Veneto le giostre più belle del mondo

Concentrato in Polesine il made in Italy del divertimento: un’industria di affermata eccellenza glocale

di Rossella Rossini –

Bergantino e Melara. Tra questi due piccoli comuni distesi lungo l’argine sinistro del Po, in provincia di Rovigo, ha il suo fulcro il Distretto Veneto della Giostra, paese dei balocchi oggi di rinomata eccellenza mondiale, nel cuore di un Polesine dove sopravvivono tradizioni artigiane secolari.

Come quella dei costruttori di svaghi e sogni che già nel Medioevo fabbricavano nelle botteghe della zona i primi embrioni di un mestiere che, dal primo dopoguerra, sarebbe diventato attività tipica locale, alternativa a un espatrio in terre lontane: giostrai itineranti tra fiere e mercati e ingegnosi esercenti dello spettacolo viaggiante, nonché abili e apprezzati artigiani.
Il salto arriva tra gli anni ’50 e ’60. La nascita dei primi lunapark e i progressi della tecnologia fanno decollare una vera e propria industria delle “strutture per il divertimento”, fiore all’occhiello dell’economia territoriale. Il distretto, che oltre alla provincia di Rovigo coinvolge 40 comuni del vicentino, padovano, veronese e trevigiano e raccoglie le competenze dell’intera filiera, conta circa 100 tra medie e grandi aziende e piccoli laboratori iper-specializzati uniti in un patto di distretto; 3.000 addetti di cui 600 in Polesine; un fatturato di 250 milioni di euro l’anno dovuto per oltre il 90% all’export e tuttora in leggera, positiva crescita (+7,5% negli ultimi 3 anni).

Ma la crisi si è fatta sentire anche qui, avverte Nicola Panarella, segretario generale aggiunto della Fim Cisl di Padova e Rovigo: “Due o tre aziende storiche hanno chiuso e altre sono in difficoltà, hanno fatto cassa integrazione e riduzione di personale creando difficoltà anche tra i contoterzisti”. Una crisi già scritta nella storia, secondo il dirigente sindacale: “l’eccellenza del distretto – spiega – è dovuta all’alta specializzazione della manodopera e al know-how, che da anni viene copiato dai nostri principali acquirenti e oggi maggiori competitor cinesi grazie a una legge condivisa dal governo di Pechino che impone di consegnare con la macchina tutte le informazioni tecniche e progettuali”.

Ciò nulla toglie alla fama mondiale di un distretto che mette insieme professionalità e tecnologia, ricerca e innovazione, rapporti con università, centri di ricerca e addirittura la Nasa per gli aspetti relativi alla sicurezza. Perché dietro a un oggetto complesso, perfetto e spettacolare come una giostra c’è un mondo sofisticato di meccanica, ingegneria, architettura, idraulica, elettronica e design. Non solo. “Noi non costruiamo giostre, costruiamo emozioni – dice Franco Cestonaro, responsabile Area economica e reti di impresa della Cna di Rovigo e rappresentante del Distretto Veneto della Giostra. Dietro a ogni giostra ci sono creatività, fantasia, disegno, materiali. Ci mettiamo anima e cuore, altri solo acciaio e plastica, questo è il valore aggiunto che ci differenzia dai nostri competitor internazionali”.

La summa del made in Italy per creare divertimento, magia di luci e colori, emozioni e sensazioni forti, per grandi e piccini. Dalla giostra con i cavallini agli autoscontri, ruote e calcinculo, montagne russe e altri roller coaster sempre più spericolati, fulcro dei megaparchi e dei tradizionali lunapark, oggi la tendenza va in due direzioni: parchi tematici o di educazione ambientale da un lato, dall’altro le giostre estreme e l’interattività. Come la Flying Fury fornita al parco di Copenhagen dalla Technical Park di Melara, dove il passeggero gestisce accelerazioni e rotazioni. Presente nei grandi parchi divertimento mondiali, soprattutto in Usa, Russia ed Emirati Arabi è anche Zamperla, 96% del fatturato esportato in 90 paesi, uffici e sedi in tutto il mondo, stabilimenti produttivi anche in Cina e nelle Filippine oltre che ad Altavilla vicentina, dove con 150 dipendenti di cui 40 tecnici e 20 tra ingegneri, fisici e matematici copre l’intera filiera, dalla progettazione di giostre e parchi anche su commessa alla vendita e all’assistenza. Un modello tipico del distretto, accanto a quello fondato sulla complementarietà di specializzazioni diffuse sul territorio. L’intera catena del valore copre al suo interno anche Bertazzòn 3B di Sernaglia della Battaglia, azienda del trevigiano a conduzione familiare specializzata in autoscontri e giostre a cavalli, 50 dipendenti e un mercato ben sviluppato in Sudamerica e insieme fornitrice dei giostrai itineranti di zona: “un vero e proprio agglomerato di professionalità artigiane – dice Paolo Agnolazza, segretario generale Fim di Treviso e Belluno – organizzato solo dalla Cisl”.

Il divertimento made in Italy s’incontra in tutto il mondo: al Disney Park di Shangai e a Coney Island (New York), al Dinosaur Park di Pechino e all’Europark di Parigi. Se quello europeo resta il primo mercato di sbocco, le giostre venete sono arrivate in Sudamerica, in Asia, in Russia, in Tajikistan e in Turkmenistan. E per il futuro? “Fare sistema è la parola d’ordine del distretto, l’eccellenza da sola non basta più per garantire competitività sui mercati mondiali– afferma Cestonaro. Ma se il sistema bancario non sostiene il sistema di eccellenza delle piccole imprese sui mercati il cerchio non si chiude”.

(Una versione precedente di questo articolo è uscita su Conquiste del Lavoro il 17-04-2013)