Le città fantasma

Guardando al passato per recuperare il futuro

di Emma Tagliacollo –

Un volume raffinato, un diario intimo di parole e una rappresentazione poetica della realtà con immagini in movimento. La scoperta di nuovi scenari da interpretare, guardando al passato per recuperare il futuro.

OFF. In viaggio nelle città fantasma del Nordovest può essere oggetto di tre differenti letture da condurre insieme, intrecciandole, oppure da portare avanti in maniera autonoma. Queste sono: le voci dei paesi, le loro rappresentazioni fantastiche e il modo per raggiungerli, con brevi notizie sui servizi.

E’ chiaro quasi subito che lo scopo del libro e l’intento degli autori non è quello di stendere una guida, bensì quello di illuminare una parte nascosta del nostro paese. Il testo diventa un modo per scoprire e dare voce all’ombra di questi piccoli solitari nuclei cittadini. E’ questo un intento poetico: concepire un testo attorno al tema dell’assenza e della presenza, non solo quella fisica dei luoghi ma anche quella che trova rifugio nei ricordi.

In questo senso le stesse voci sono presenza e assenza. Le voci delle persone che non abitano più i paesini, oppure quelle di chi ha deciso di viverci ostinatamente e allo stesso tempo lo sono quelle degli autori che visitano i luoghi.
Marco, Riccardo e gli altri sono cercatori delle anime che si fanno trasportare dalla nostalgia e dalle ombre dei paesaggi che qui hanno la natura di animali, arbusti, edifici, umani, condizioni meteorologiche.

Spiegare come raggiungere questi piccoli e solitari borghi è solo una scusa, uno stratagemma degli autori per mettersi a cercare e ordinare in 8 capitoli altrettanti luoghi: Rivarossa, Olmo Gentile, Paraloup, Masello, Pian Gelassa, Valgrisenche, Consonno, Carrega Ligure.

Ogni villaggio è presentato da una breve storia (dell’urbanista Elena Pede), dalle indicazioni sul come arrivare, da un erbario (del paesaggista Stefano Olivari) e da un racconto di immagini scritte e disegnate.
La breve introduzione ai luoghi ha il pregio di inquadrarli all’interno della loro storia personale e di inserirli nel contesto italiano così da renderli patrimonio di tutti noi.

Emblematico è Paraloup (rifugio dai lupi): «[…] dopo l’8 settembre 1943 si è formata la prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, guidata da Duccio Galimberti e Nuto Revelli […] diventato in fretta Il mondo dei vinti: gran parte delle valli abbandonate per la rincorsa alle fabbriche della città».
Paraloup è anche la casa di Marta e Luca che vivono lavorando lì: «Per me la fotografia è come le capre per Marta. Qualcosa da dentro. Un modo di vedere il mondo. Il motivo grazie a cui ci siamo conosciuti: ero venuto da queste parti per fare un lavoro sul ritorno del lupo. […] Così ho attraversato e fotografato il suo mondo, come se fossi i suoi occhi». Leggendo le parole di Luca viene il sospetto che le capre, il silenzio, l’assenza/presenza del lupo, i suoi segni, siano il filo di una vita che molti continuano a cercare.

Elemento costante del libro è la nostalgia, non quella di un tempo passato, di un quadro bucolico ma quella che deriva da ciò che potrebbe essere stato: dall’altra possibilità che la corsa frenetica della vita, il consumismo, la Sirena che canta la città si sono portati via. Ora quella nostalgia è rilanciata sul tavolo del nostro paese come ulteriore chance.

Infatti alcuni di questi villaggi sono leggermente in crescita, come il comune di Gravere (Pian Gelassa, stazione sciistica della val Susa), grazie alle comunità della nuova Europa; e contano inoltre luoghi che attendono nuovi progetti come forse l’albergo («Una struttura lunga, le lamiere lacerate che battono contro le pareti laterali».) utilizzato prima della valanga che colpì gli impianti di risalita.

L’erbario indica le specie tipiche dei luoghi, a Consonno si trova la Buddleja davidii, la cui descrizione sembra essere una parabola sulla decrescita (felice) «Molto diffuso in ambienti degradati e nei greti fluviali di bassa quota, è in grado di colonizzare suoli rocciosi e poco profondi. Specie transitoria, apre la strada ad altre più esigenti e stabili nel tempo, grazie al suo progressivo apporto di materia organica. Per l’abbondante fioritura in spighe viene anche coltivata nei giardini».

Marco Magnone, OFF. In viaggio nelle città fantasma del Nordovest, con le illustrazioni di Riccardo Cecchetti, Espress Edizioni, 2012 Torino