Solidarietà tra generazioni di lavoratori

Un progetto europeo promosso dalla Fiba Cisl

di Rossella Rossini

Nell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni si è svolto un progetto che ha avuto come capofila il sindacato italiano bancari e assicurativi della Cisl. Conciliare le esigenze dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro e di coloro che si apprestano a uscirne: questo l’obiettivo dell’iniziativa. Tra le best practice per l’occupazione di giovani e over 55 il Fondo varato dalla categoria

Conciliare le esigenze dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro e di coloro che si apprestano a uscirne. Ci prova la Fiba Cisl, capofila di un progetto europeo avviato a Siviglia nel febbraio di quest’anno, proseguito a Cipro e a Vico Equense e concluso a Malta il 26 ottobre con la conferenza finale. “Developing solidarity between generations of workers: good practices to increase employment rates of youth and of workers over 55. The case of banking sector”: questo il titolo dell’iniziativa, cui hanno partecipato Apf, Fabi e i sindacati greci, spagnoli, rumeni, ungheresi, di Malta e di Cipro. L’obiettivo è stato quello di raccogliere e confrontare esperienze e buone pratiche in termini di solidarietà occupazionale maturate nei paesi partecipanti, relative all’occupazione di giovani e lavoratori ultracinquantacinquenni del settore bancario.

Accompagnato da sessioni formative per dirigenti sindacali della categoria, il progetto ha inteso contribuire al rispetto degli obiettivi occupazionali fissati dalla strategia di Lisbona 2000 e da successivi Consigli europei, nonché alla sostenibilità dei sistemi previdenziali e di welfare in una fase caratterizzata da crisi economica, disoccupazione, soprattutto giovanile, licenziamenti e prepensionamenti, invecchiamento della popolazione. Non solo: in ballo ci sono anche la dignità delle persone, giovani e più anziane, la necessità di salvaguardare e accrescere, con la formazione, le capacità e le professionalità delle risorse umane, mettere a frutto i saperi delle diverse generazioni.

La complessità delle tematiche richiede una pluralità di strumenti e sinergie tra soggetti diversi, dal legislatore alle istituzioni pubbliche agli attori sociali, in primo luogo le organizzazioni sindacali. Qui entra qui in scena l’esperienza della Fiba, con i suoi strumenti contrattuali per l’occupazione: il vecchio Fondo di solidarietà del 2000, “che è diventato per unanime riconoscimento un modello di riferimento universale” – come ha affermato il segretario generale, Giuseppe Gallo – e il nuovo Fondo per l’occupazione istituito con il contratto nazionale Abi del gennaio 2012, “che lo diventerà”. Ricordando che l’Europa ha proclamato il 2012 anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, Gallo ha sottolineato che “siamo l’unico settore che ha costruito un fondo di solidarietà occupazionale generazionale. Un contributo alla soluzione della crisi che investe l’Europa con sempre maggiore gravità e rischia di porre al centro della scena sociale il dramma dei licenziamenti collettivi”.

Il contratto intende favorire l’assunzione a tempo indeterminato di giovani disoccupati fino a 32 anni di età, disoccupati di lungo periodo, donne nelle aree svantaggiate, lavoratori con contratto a termine, di inserimento, a progetto o di somministrazione. Sarà il Fondo a sostenere forme di solidarietà espansiva mediante l’erogazione di un contributo economico per compensare, pressoché interamente, la differenza retributiva a quei lavoratori che ridurranno volontariamente il proprio orario di lavoro a beneficio di nuove assunzioni. Si tratta anche di sfatare il luogo comune per cui per favorire il lavoro dei giovani sia necessario mandare a casa i lavoratori più anziani: Dati Eurostat dicono che i paesi in cui i giovani lavorano di più sono quelli in cui lavorano di più anche gli anziani. E’ il caso della Germania, dove il “modello tedesco” prevede l’assunzione di giovani lavoratori da affiancare a lavoratori “maturi” che riducano volontariamente il proprio orario. Buone prassi di active ageing e solidarietà tra generazioni, illustrate in un workshop del progetto, sono state realizzate in diversi settori, oltre a Germania e Italia, anche in Francia, Danimarca, Finlandia.

Tra partner stranieri del progetto, ai poli opposti nelle politiche di active ageing e incentivi al lavoro giovanile si collocano Malta, con una legislazione e tipologie contrattuali all’avanguardia, e Spagna, dove anche per via della crisi non si investe in risorse umane (nel settore bancario nel 2011 sono stati licenziati 15 mila lavoratori). In Italia, passi avanti sul piano normativo potrebbero derivare dal disegno di legge presentato da Pietro Ichino alla presidenza del Senato il 10 ottobre scorso, nell’ambito della questione degli “esodati”, nel quale si propongono misure incentivanti per favorire l’invecchiamento attivo, l’occupazione degli anziani e dei giovani e incrementare la domanda di lavoro. Ma intanto il progetto guidato dalla Fiba ha fatto emergere anche una “frattura generazionale”. Da un’indagine condotta attraverso un questionario web accessibile dai siti dei sindacati coinvolti, cui hanno partecipato 700 persone, emerge che le aziende non fanno adeguate politiche del personale per l’inclusione dei lavoratori più anziani; ma emerge anche che i giovani percepiscono gli over 55 come un ostacolo per la crescita dell’azienda e gli over 55, interessati a permanere nell’attività lavorativa per soddisfazione personale e ragioni economiche, sono poco disponibili a flessibilità di orario e al cambiamento di mansioni.