ABC-Abbecedario post pandemia: A – Abitazione

Cooperativa Edilizia TEMI, 1922, via Giovanni Battista de Rossi, Roma, foto Emma Tagliacollo

Il recente tempo passato, che abbiamo vissuto in lockdown, ci ha fatto sperimentare il distanziamento fisico fuori casa e il riavvicinamento fisico ed emotivo all’interno delle mura domestiche. Questo per chi ha una famiglia o una casa. E gli altri? Chi non ha una casa ha continuato a trovarsi in una situazione di emergenza ancora maggiore: un “sans papier” talvolta aiutato dalla solidarietà di pochi volontari, altre volte lasciato precipitare nell’interregno della violenza e della malattia psichica. L’abitazione è uno dei temi a cui sarà necessario dedicarsi pensando a una politica abitativa che lavori su due fronti: da una parte poter offrire una casa a tutti e dall’altra migliorare la situazione già esistente.

Il primo passo consiste nel progettare una strategia di solidarietà per gli emarginati e per quelle famiglie che, a causa della recessione economica vissuta nei tempi della pandemia (fase uno e fase due), stanno avendo difficoltà nel pagare l’affitto oppure nel rispettare le scadenze del mutuo, come è emerso dal recente rapporto Nomisma presentato il 26 maggio da Luca Dondi.

Come secondo aspetto è importante rivedere le soluzioni abitative, che dovranno saper offrire spazi differenti per la vita privata e per lo smart-working. Serviranno case a minor impatto ambientale e a ridotti consumi energetici, con soluzioni democratiche, alla portata di tutti, non destinate solamente a una sperimentazione elitaria.