Come uscire dallo stallo politico

di Luigi Pedrazzi –

In questo momento di grande incertezza e confusione, ci è sembrato utile riprendere questo lucido contributo, totalmente fuori dal coro, come anche a noi piace essere, di un personaggio, poco noto al grande pubblico, ma di grande levatura intellettuale e politica, come l’ultraottantenne Luigi Pedrazzi, una delle voci più importanti del pensiero politico cattolico e storico fondatore e collaboratore dell’Associazione “Il Mulino”. L’intervento di Pedrazzi è a commento di un editoriale di Michele Salvati, “Superare lo stallo”

Cari amici del Mulino,
mi sembra che si discuta molto la situazione politica, purtroppo però con idee non adeguate alle difficoltà e ai rischi della situazione. Come sapete, con gli 86 anni che ho, leggo sì i giornali, ma non seguo più le vicende politiche con il coinvolgimento di un tempo: non vorrei disturbarvi con una proposta, certo inconsueta e assai lontana rispetto alle interpretazioni correnti, e diversa anche dalla “nota” del direttore Salvati: ma, poiché è un momento di grande partecipazione, vorrei vedere sul Mulino questo amichevole suggerimento, finalizzato ad aiutare Bersani e Renzi a rappresentare al meglio il Pd, nel Parlamento appena eletto e nelle relazioni che debbono intrattenere con il presidente Napolitano nel suo difficile esercizio delle funzioni costituzionali. Ricordo, però, che anche 70 anni fa, a Brindisi, le forze partitiche italiane stentarono a realizzare una convergenza per esse molto difficile, ma fu bene riuscirci, sfruttando le circostanze in movimento nell’opinione pubblica e il contesto internazionale che permise un accordo serio e sufficientemente garantito. Ma stiamo all’oggi, che conta oggi.
Se al Senato i parlamentari del M5S mantengono l’intenzione annunciatissima di negare a Bersani il tentativo di avviare il cambiamento di cui c’è grande bisogno, perché non diamo loro la prova più forte della serietà delle intenzioni del Pd, suoi sostenitori e suoi leader, suggerendo di aggiungere una “novità politica”, alle molte ipotesi fin qui rimaste pericolosamente al palo, tanto per il Pd che per Italia ed Europa? È evidente che Bersani, per avere vinto le primarie, e per avere una maggioranza assoluta a Montecitorio e il gruppo più numeroso di senatori a Palazzo Madama, ha il diritto e il dovere di fare la prima mossa: ma nessun vero leader del Pd può trascurare le conseguenze dei propositi annunciati dal M5S, padrone esclusivo della governabilità, visto che Bersani e il Pd davvero non intendono allearsi con Berlusconi e berlusconiani, a causa delle prove negative già sperimentate, e purtroppo Monti e i suoi alleati non hanno i numeri necessari. Resta una sola possibilità, per tentare di convincere il M5S, utile anche a un Pd coraggioso e determinatissimo ad avviare il cambiamento generale, ora necessario e possibile.
Proviamo a considerare come superare con coraggio e amore di rinnovamento questo unico passaggio possibile e urgente, conveniente per il Pd e, per fortuna e per numeri, sufficientemente sicuro in questa situazione parlamentare (domani forse lo sarà meno, se il cambiamento non si avvia al più presto con una esperienza di governo assai diversa…). Perché il Pd, nella situazione parlamentare formatasi in libertà per tutti, non può dirsi anche disposto a fare a Napolitano il nome di Grillo (o di Casaleggio, se fosse il più indicato dal M5S), per vedere cosa questi leader (politici, anche se extraparlamentari ) indicherebbero per realizzare il cambiamento necessario, risultando Pd e M5S disporre insieme del numero di voti subito necessari? Il Pd mi pare possa ascoltare con attenzione e rispetto il M5S: almeno fino a prova contraria. A me pare addirittura giusto desiderare d’avere l’occasione di farlo, dato il seguito popolare di cui esso gode in base al voto degli elettori italiani, ottenuto nella consultazione appena conclusa. Naturalmente, il Pd, immergendosi in questa esperienza – oggi inevitabile per colpe larghissime nella situazione nazionale – dovrebbe dire ai cittadini i motivi dei suoi sì (numerosi) e dei suoi no (eventuali): ma la situazione generale certo potrebbe cominciare a migliorare se il “cambiamento necessario” potesse avviarsi con questa novità, urgente come essa esiste, ed è controllabile e migliorabile addirittura, come la situazione parlamentare permette, proprio in base al voto complessivamente articolato dagli italiani. Con saggezza, se sappiamo interpretarla e rappresentarla come essa ci chiede con il suo equilibrio. Originale ma evidente, impegnativo per tutti. Camminando su strade davvero nuove (avvenne anche 70 anni fa): esse risulteranno aperte a quanti vi sappiano guardare con cuore sincero e intelligenza disinteressata.

Tratto da Il Mulino