Giornata internazionale della felicità

Il diritto alla ricerca della felicità

a cura della Redazione di lib21 –

Oggi è la Giornata internazionale della felicità. Lo ha stabilito l’Assemblea generale dell’ONU con una risoluzione del 28 giugno 2011. Il 20 marzo di ogni anno si celebrerà questa giornata che proclama il diritto di tutti gli uomini a ricercare i modi della propria felicità e impegna tutti i governi a far sì che questo diritto sia garantito ai cittadini di tutto il mondo. E’ un passo importante per cominciare a pensare un ordine economico a misura d’uomo.

Pubblichiamo la risoluzione dell’ONU e l’appello di un economista, Richard Layard, cui risale l’invenzione della scienza della felicità. Non è tutto oro quello che luccica. Ci ritorneremo. Ma oggi celebriamo questo primo riconoscimento universale del diritto a un mondo umano.

Risoluzione adottata dall’Assemblea generale

66/281 Giornata della felicità

L’Assemblea generale

Richiamando la sua risoluzione 65/309 del 19 luglio 2011, nella quale ha invitato gli Stati membri a elaborare nuove misure che tengano meglio conto dell’importanza, per lo sviluppo, della ricerca della felicità e del benessere allo scopo di orientare le loro politiche nazionali.

Sapendo che la ricerca della felicità è un obiettivo fondamentale dell’essere umano.

Cosciente dell’interesse che rivestono la felicità e il benessere, obiettivi e aspirazioni a carattere universale nella vita degli esseri umani in tutto il mondo e avendo presente che è importante prendersi in considerazione nel programma d’azione pubblica.

Cosciente parimenti che bisogna considerare la crescita economica in un’ottica più ampia, più equa e più equilibrata, che favorisca lo sviluppo durevole, l’eliminazione della povertà, come anche la felicità e il benessere di tutti i popoli

  1. Decide di proclamare il 20 marzo Giornata internazionale della felicità;
  2. Invita tutti gli Stati membri e le altre organizzazioni internazionali e regionali così come la società civile, comprese le organizzazioni non governative e i singoli cittadini, a celebrare in maniera appropriata la Giornata internazionale della felicità, specialmente nel quadro di iniziative educative e di attività di sensibilizzazione;
  3. Prega il Segretario generale di portare la presente risoluzione all’attenzione di tutti gli Stati membri, degli organismi delle Mazioni Unite e delle organizzazioni della società civile in modo che questa giornata sia celebrata in maniera appropriata.

seduta generale
28 giugno 2012

Richard Layard

Perché la felicità deve essere una priorità globale

Cade questo mercoledì la prima Giornata Internazionale della Felicità proclamata dalle Nazioni Unite, che si celebra in tutto il mondo il 20 marzo. L’evento è a seguito di una recente risoluzione adottata da tutti i membri dell’Assemblea Generale dell’Onu che chiedeva di dare un’importanza prioritaria al tema della felicità. Ora: perché oggi la gente prende così sul serio la felicità, a livello sia nazionale che globale?

Felicità significa la qualità della vita che ciascun individuo sperimenta. E’ questo in sé un risultato chiave ed è per ogni paese un importante misura di successo, indipendentemente dal grado di sviluppo economico. Ci dice se la gente conduce una vita che ritiene soddisfacente e appagante. Inoltre la conoscenza delle cause della felicità aiuta i policy-maker a scegliere obiettivi politici che rispondano ai bisogni effettivi del loro popolo.

Non solo: la felicità è uno degli elementi di maggior peso nella definizione degli altri obiettivi che stanno a cuore ai policy maker. La resilienza degli individui dice molto di più sul rendimento dell’istruzione di quanto non facciano i Quozienti d’Intelligenza; e un benessere più elevato migliora la prestazione lavorativa e i guadagni dei lavoratori. All’opposto, ansia e depressione pesano per il 40% nel determinare un’insufficiente prestazione lavorativa, per il 40% sulle assenze dal lavoro e per il 40% sulle disabilità. Il loro costo totale ammonta a un 10% del Pil. Più felicità fa aumentare le aspettative di vita; all’opposto, la depressione riduce l’aspettativa di vita quanto il vizio del fumo. Dunque la felicità è un contributo fondamentale a molti dei nostri più importanti obiettivi sociali.

Grazie a 30 anni di ricerca oggi sappiamo molto su ciò che determina la felicità. A incidere maggiormente sono i fattori economici, personali/sociali e ambientali. Sul fronte economico, il reddito conta molto in tutti i paesi e la povertà è una delle cause principali dell’infelicità. Ma non è l’unica cosa che conta. Nella maggior parte dei paesi il reddito spiega meno del 2% della varianza complessiva nella felicità (gli altri fattori identificabili spiegano il 20% circa). Nell’insieme dei paesi le differenze di reddito spiegano circa il6% delle differenze nella felicità media, mentre i fattori sociali spiegano di gran lunga di più. Anche il lavoro è vitale ai fini della felicità e la sua importanza va ben oltre il reddito che procura. Così come importante è l’istruzione, prevalentemente come fattore che incide sulla produttività, sul reddito, sull’occupazione e sulla salute.

Guardando ai fattori personali/sociali che determinano la felicità, nei paesi sviluppati il più importante di tutti è la salute mentale. In questi paesi essa spiega il 40% di tutte le malattie (ponderato per la gravità), più delle malattie cardiache, del cancro, delle malattie polmonari e del diabete messi insieme. Inoltre è una malattia che colpisce in età lavorativa, cosicché ha pesanti conseguenze economiche, mentre le malattie fisiche sono più concentrare nella fascia di età più avanzata. Nei paesi più poveri, invece, le malattie fisiche hanno un impatto maggiore in tutte le fasce di età, ma la malattia mentale resta una causa altrettanto importante di un basso livello di benessere.

Un altro fattore cruciale della felicità è la qualità delle relazioni umane – prima di tutto nella famiglia, ma anche nella comunità e sul lavoro. Un’occupazione sicura è vitale per quanti vogliono lavorare e la sicurezza personale nei confronti della violenza è vitale per tutti. Essenziale, inoltre, è il buongoverno: studi sul benessere dimostrano l’effetto corrosivo della corruzione, il ruolo determinante della libertà personale e il ruolo della legge.

Infine l’ambiente. La ricerca mostra chiaramente l’importanza dell’ambiente in cui si trovano a vivere le persone che sono oggi in vita – l’abitare, il modello urbano, i sistemi di trasporto, lo spazio verde. Ma l’ambiente è importante anche in un altro senso, perché dalla maniera in cui oggi noi trattiamo il pianeta dipende il mondo in cui vivranno le generazioni future. Dunque, quando ragioniamo di felicità e qualità della vita dobbiamo tenere conto delle generazioni future, nella stessa misura in cui teniamo conto di noi stessi.

Le implicazioni di tutte queste cose così evidenti sono di grande portata. Ecco sei delle principali azioni necessarie se vogliamo creare una società più felice:

  • Salute mentale. La malattia mentale (compresi i disturbi legati all’ansia e alla depressione) dovrebbe avere diritto a una cura fondata su basi empiriche come ne ha diritto la malattia fisica.
  • Politica economica. L’occupazione è così importante che non si può mettere a rischio la stabilità economica soltanto per aumentare la crescita economica.
  • Comunità. Le misure per promuovere la crescita economica vanno accompagnate da politiche esplicite a sostegno della coesione sociale, della stabilità della vita familiare e della sicurezza personale.
  • Eguaglianza. Una maggiore eguaglianza di reddito è auspicabile, perché una maggiore disponibilità di denaro migliora il benessere della persona povera più di quello della persona ricca. Inoltre, un maggior spirito di eguaglianza in un paese accresce il rispetto e la fiducia reciproci, elementi cruciali ai fini del benessere.
  • Scuole. Le scuole dovrebbero esplicitamente mirare allo sviluppo dei giovani che sono emotivamente resilienti e ansiosi di contribuire al bene sociale.
  • Famiglie. La stabilità delle famiglie è così importante che ogni società ha bisogno di dotarsi di una sistema di sostegno alle coppie in conflitto.

I governi dovrebbero assumere la felicità della popolazione come principale obiettivo da perseguire. Come ha detto Thomas Jefferson, “La cura della vita e della felicità degli uomini … è l’unico legittimo obiettivo del buon governo”. Ecco perché oggi c’è una richiesta crescente di includere il benessere soggettivo tra i nuovi Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile a partire dal 2015.

Ma, cosa forse più importante di ogni altra, dobbiamo incoraggiare una cultura più empatica e attenta al sociale, dove la gente si preoccupi meno di ciò che può ottenere per sé e più della felicità altrui.

Ecco perché sostengo la Giornata della Felicità, nella quale l’Azione per la Felicità incoraggia ovunque le persone a impegnarsi personalmente a vivere in modo da contribuire alla felicità degli altri. Se aumentassero tra di noi quanti assumono questo come scopo centrale della vita avremmo un mondo di gran lunga più felice e coeso.