Una qualità a macchia di leopardo

di Katia Marcantonio

A Trento la palma di città più vivibile, fanalini di coda Napoli e Trapani, 51esimo posto alla capitale, mentre Milano sale al 46esimo. Questo è solo un assaggio del tredicesimo rapporto sulla qualità della vita in Italia nel 2011, curato da Italia Oggi e dall’Università La Sapienza. Molteplici i parametri considerati: affari, lavoro, servizi finanziari, salute, scuola e molti altri ancora. La rilevazione mostra una diffusione della qualità della vita che tende a seguire un modello “a macchia di leopardo”, che si allontana dal divario storico nord-sud, pur non al punto da metterlo in discussione. Lo scorso anno la qualità della vita è peggiorata non solo al Sud, ma anche nel Nord-ovest.

Affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, sono questi i parametri di base che Italia Oggi e l’Università La Sapienza hanno preso a riferimento per il tredicesimo Rapporto sulla qualità della vita in Italia (1) nel 2011, anno che, con 58 province in cui la qualità della vita è risultata insufficiente o scarsa, segna il record peggiore dalla prima edizione dell’indagine, partita tredici anni fa. Rispetto all’anno scorso sono dieci in più, cioè ben 58, 36 delle quali nel Mezzogiorno, le province in cui la qualità della vita risulta scarsa o insufficiente. Agli ultimi posti Napoli e Trapani, al 51esimo posto Roma, mentre Milano sale al 46esimo. A Trento il premio di città più vivibile.

Il risultato complessivo della rilevazione è la diffusione della qualità della vita secondo un modello definibile “a macchia di leopardo”, che si allontana dal classico divario nord-sud per seguire una ripartizione territoriale tetragonale: nord est – nord ovest – centro –mezzogiorno e isole. Più in dettaglio, nei gruppi caratterizzati da una qualità della vita insufficiente o scarsa si collocano 3 province del Nord –est, 9 province del Nord-ovest, 1 provincia del centro e 36 province del meridione. Lo scorso anno la qualità della vita è peggiorata non solo a Sud, ma anche nel Nord-ovest. Un cluster tendenzialmente a se stante sembrano, tuttavia, essere i grandi centri urbani dove il livello complessivo di benessere appare in ripresa, complice una sommessa scoperta della cosiddetta blue economy a sostegno di uno sviluppo più ecocompatibile.

A fronte di questo andamento di certo influenzato dalla crisi internazionale, è curioso osservare un dato sul disagio sociale, cioè che si tratta di una dimensione, della quale vale la pena elencare gli indicatori collegati (2) che tende a registrare un andamento migliore, ovvero segno di qualità, proprio in diverse province del Mezzogiorno che, invece, sono maglia nera sul versante delle altre dimensioni (affari e lavoro, ambiente, criminalità, servizi finanziari e scolastici, …). I centri urbani, nel loro complesso, frenano la caduta di qualità in rapporto a questo parametro.

E’ difficile inserire questi dati, frutto di elaborazione e selezione statistica in uno o più circuiti causa-effetto, senza correre il rischio di cadere in letture fuorvianti o non congruamente motivate. Pertanto, si Ritiene opportuno concludere con due auspici sulla qualità della vita. Il primo è che, in futuro, report di sicuro interesse, come quello qui richiamato, possano includere nella misurazione dei servizi anche quelli dei quali più urge una modernizzazione, quali i servizi e le funzioni della pubblica amministrazione, soprattutto ove più direttamente impattanti sulla creazione, sullo sviluppo e sulla gestione d’impresa. E’, infatti, ben noto che tra i fattori di ostacolo all’attrattività degli investimenti, in Italia, figuri, oltre ai costi esosi di energia e trasporti, all’insufficiente finanziamento della ricerca e dell’offerta di giustizia, alla criminalità organizzata, una burocrazia ancora recalcitrante a ogni spinta – ormai globale – che la vorrebbe asservita al benessere socio-economico e non, viceversa, fattore di ostacolo ad esso. Il secondo auspicio è che il nuovo anno, il 2012, veda fiorire in Italia servizi innovativi e all’avanguardia, volti a incrementare la qualità della vita del ceto medio, come quello lanciato da due scuole pilota, una di Roma, l’altra di Milano che, a partire dalle scorse vacanze di Natale, hanno offerto sostegno ai genitori lavoratori, restando aperte nei giorni non festivi e promuovendo per gli alunni attività ricreative e formative. Il progetto sarà ripreso da alcune scuole parigine.

(1) L’indagine riportata da Italia Oggi Sette di lunedì 2 gennaio 2012 è stata realizzata da Alessandro Polli, Chiara D’Orazio, Martha Stagno del Dipartimento di Analisi economiche e sociali dell’Università La Sapienza di Roma .

(2) Infortuni sul lavoro per 1000 occupati, morti per tumore per 100 morti, tentativi di suicidio per 100 mila abitanti, suicidi ogni 100 mila abitanti, tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni, reati a sfondo sessuale contro minori per 100 mila abitanti, incidenti stradali per 100 mila abitanti, lavoratori parasubordinati di età superiore a 29 anni per 100 occupati, disabili per 1000 residenti.